CAMPO GRAFICO
1933/1939

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CAMPO GRAFICO 1933/1939

RIVISTA DI ESTETICA E DI TECNICA GRAFICA

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I campioni di “Campo Grafico”

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Stampati fuori testo di una rivista d’avanguardia

“Campo Grafico, rivista di tecnica ed estetica grafica” compie ottant’anni. Tra le due guerre fu la più originale impresa collettiva in quelli che sono stati definiti a Milano come gli anni “creativi” quando alla Galleria Il Milione o al Bar Craja si moltiplicavano i fermenti del gusto moderno, passando dalle discussioni e le mostre sulla pittura astratta, al dibattito sul destino dell’architettura fino alla nuova tipografia, presentata nella Sezione Grafica della Germania 1933 alla V Triennale e simboleggiata dal carattere Futura di Paul Renner. La rivista divenne subito anche un ideale punto di aggregazione di spiriti liberi e indipendenti, aperti agli stimoli intellettuali che avevano caratterizzato le avanguardie europee nell’ultimo decennio.

Le esperienze e “gli insegnamenti della Bauhaus, le stimolanti lezioni de “L’Esprit Nouvau”, di Ozenfant e Jeanneret, e di Ornamento e delitto, il famoso saggio di Adolf Loos” (Attilio Rossi, in Carlo Dradi, Millenovecentotrentratre: nasce a Milano la grafica moderna, Comune di Milano, 1973, p.13), l’architettura di Gropius, Le Corbusier e il movimento razionalista, i maestri dell’arte (Klee, Kandinskij, Picasso ecc.), come pure le nuove frontiere della musica moderna (Malipiero, Stravinskij) confluivano programmaticamente in una rivista sperimentale di arti grafiche totalmente nuova. In più di una occasione CHARTA ha parlato di quella eccezionale esperienza anche alla luce delle vicende personali di alcuni dei suoi protagonisti (Attilio Rossi, Carlo Dradi, Giuseppe Muggiani, Enrico Bona) e fiancheggiatori (Guido Modiano) nonché delle poche (oggi ricercatissime) quanto significative monografie (Atanasio Soldati di Leonardo Sinisgalli e Alfonso Gatto; Lucio Fontana di Edoardo Persico; Alberto Sartoris di Raffaello Giolli) pubblicate sotto la sua insegna.

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FIG. 1

Fatture commerciali: Attilio Rossi, Atelier de Artes Graficas Futura, Buenos Aires (febbraio 1936); Enrico Bona, “Campo Grafico” (luglio-agosto-settembre 1938)

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​​​​​​​Commercial invoices: Attilio Rossi, Atelier de Artes Graficas Futura, Buenos Aires (February 1936); Enrico Bona, "Campo Grafico" (July-August-September 1938)


IL PROGRAMMA
Le testimonianze di Attilio Rossi e Carlo Dradi – personalità capaci nel dopoguerra di riannodare i fili di quella eccezionale esperienza fondando il Centro di Studi Grafici di Milano e la rivista “Linea Grafica” – ci forniscono preziose informazioni storiche sull’impresa di “Campo Grafico”. L’avventura cominciò nel 1932 in una trattoria di via delle Asole, dove si riuniva periodicamente il nucleo dei fondatori. Facevano parte del gruppo: i grafici Attilio Rossi, Carlo Dradi, il gallerista Luigi Ghiringhelli, il pubblicitario Giulio Cesare Ricciardi, i tipografi Luigi e Romano Minardi, l’amministratore Carlo Baldini, i tecnici operai Eligio Bonelli, Giovanni Brenna, Pasquale Casonato, Natale Felici, Luigi Ferrari, Luigi Laboni, Carlo Lanzani, Giovanni Mazzucotelli, Ezio Michelotti, Achille Moreo, Luigi Negroni, Battista Pallavera, Giovanni Peviani, Giovanni Pirondini, Giuseppe Scotti, Loris Ticinelli, Umberto Zani.

C’era infatti l’esigenza di un profondo svecchiamento delle arti grafiche: dal punto di vista tecnico si voleva portare la qualità tipografica all’altezza della fotografia; sul piano estetico occorreva superare gli ormai angusti e inadeguati limiti delle simmetrie neoclassiche e della tipografia come arte, tradizionale cavallo di battaglia del “Risorgimento Grafico” di Raffaello Bertieri; infine, culturalmente, l’innovazione poteva nascere solo dalla contaminazione tra la tipografia, l’architettura razionale e le avanguardie artistiche europee. Finalmente si potevano dibattere gli argomenti della nuova estetica grafica che Guido Modiano e Edoardo Persico avevano anticipato su “Tipografia” tra il 1931 e il 1932, ma anche l’identità e il ruolo della nuova figura professionale del “progettista grafico”, passando necessariamente attraverso un profondo rinnovamento dei programmi di insegnamento nelle scuole professionali.

VOLONTARIATO
Il miracolo fu possibile grazie all’opera gratuita e volontaria di addetti ai lavori (tipografi, compositori, litografi, linotipisti, fototipisti e grafici) e alla ospitalità (ma in orario festivo) di alcune tipografie. Appoggiavano l’impresa diversi amici sostenitori provenienti da altri ambiti, tra questi fin dalla fondazione c’era il giovane comunista Giovanni Ferro, nel giugno 1941 nascosto da Carlo Dradi e Luigi Minardi (direttore responsabile dal marzo 1935 fino al termine delle pubblicazioni) quando, in seguito all’invasione nazista dell’Unione Sovietica, scelse la clandestinità.

Ferro racconta (Milano Capitale dell’antifascismo, Milano, Mursia, 1985, pp. 133) come nello Studio Dradi Rossi in via Rugabella 9 – lì dal 1934 era ospitata la sede della rivista, dove convenivano ogni sera tipografi, grafici, pittori, scenografi, scultori, architetti, superando di fatto la distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e le barriere di classe – si misurassero “i valori artistici, umani e politici con una serietà, uno spirito critico e un’aderenza alla realtà che normalmente si verifica soltanto dopo una rivoluzione politica e sociale”. I rapporti tra la rivista e le istituzioni corporative erano improntati alla prudenza, tuttavia fu declinato l’invito a diventare un organo sindacale ufficiale. L’obbedienza alle direttive del sindacato dal parte di “Campo Grafico” non andò oltre la pubblicazione di un numero speciale (ottobre 1937) dedicato al IV Raduno poligrafici del giugno dello stesso anno.

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FIG. 2

Luigi Veronesi, Catalogo 1937 Vetri neutri per laboratori (marzo 1938)

Luigi Veronesi, cartoncino con acetato a colori Ch. Lorilleux & C.ia, inchiostri per la stampa (giugno 1938)

Luigi Veronesi, volantino della Radio SSR con indirizzo del padiglione alla Fiera di Milano (giugno 1938)

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Luigi Veronesi, Catalog 1937 Neutral glass for laboratories (March 1938)

Luigi Veronesi, cardboard with color acetate Ch. Lorilleux & C.ia, printing inks (June 1938)
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Luigi Veronesi, SSR Radio flyer with address of the pavilion at the Milan Trade Fair (June 1938)

UN CAMMINO IN SALITA
Già dalla fine del 1935 la rivista inizierà a risentire di sempre maggiori difficoltà, complicate dalla concomitanza tra il clima politico generale sempre meno favorevole (in particolare l’alleanza più stretta con Hitler destinata a sfociare nelle leggi razziali del 1938) e la congiuntura economica negativa aggravata dalle sanzioni internazionali a causa della guerra d’Etiopia e dall’autarchia. Non giovò alle sorti della causa “campista” l’espatrio del direttore Attilio Rossi in Argentina nell’aprile 1935 né l’improvvisa scomparsa di Edoardo Persico nel gennaio 1936.

Le ditte inserzioniste rinnovarono le pagine pubblicitarie ma solo in cambio merce. La Grafa, che stampava la rivista nel 1936, non accettò il totale scambio merce e così in un piccolo locale di via Disciplini cominciò ad accumularsi materiale grafico, poi smaltito con difficoltà. Nel 1937 l’amministratore Carlo Baldini, all’insaputa dei fondatori, che andavano defilandosi, mise in vendita la testata che Enrico Bona, assunta la direzione editoriale, tenterà fino all’ultimo di salvare dalla chiusura. Chiamato a “L’Ufficio Moderno” di Guido Mazzali, Carlo Dradi aveva dovuto diradare le sue collaborazioni dal 1938 e ormai Bona poteva contare solo saltuariamente sull’apporto qualitativo di Luigi Veronesi (ricordiamo le sei stupende tavole per il Quaderno di geometria di Leonardo Sinigalli pubblicato sul numero di settembre-ottobrenovembre-dicembre 1936), la sorella Giulia Veronesi, Giuseppe Pizzuto, Alfonso Gatto, Ezio D’Errico, Leonardo Sinisgalli, Guido Modiano. Fino all’ultimo non fecero mancare il loro sostegno imprenditori lungimiranti e innovatori come Ergisto Reggiani, titolare della Fonderia Tipografia Enrico Reggiani, e Alfredo De Pedrini, titolare della omonima Fotolito, che consentì, grazie alla sua tecnologia avanzata, di stampare in offset la copertina del secondo numero nel 1933.

“Campo Grafico” cominciò ad accumulare sempre maggiore ritardo nelle uscite (il numero di febbraio 1935 venne stampato in maggio) al punto che nel 1937 Bona eliminò definitivamente dai fascicoli l’indicazione dell’effettiva data di stampa, prima sempre presente. Una cartolina scritta da Bona per rassicurare un abbonato, datata 21 giugno 1940, informa che l’ultimo famosissimo numero multiplo dedicato a Marinetti e alla tipografia futurista, peraltro ideologicamente assai poco gradito dai vecchi fondatori, non era stato ancora stampato! Con i vari trasferimenti di sede – prima in una soffitta di corso Vercelli 16 (1933), in via Rugabella 9 presso lo Studio Dradi Rossi (1934), poi in via Poma 9 presso la sede della Grafa (1937) e quindi in Corso Venezia 1 presso le Studio Bona (1938) – non è rimasta traccia di carte amministrative. Solo recentemente, grazie all’incrocio di più testimonianze e ricordi, si è riusciti a ricostruire quale fu la reale tiratura complessiva (500 copie) della rivista venduta in abbonamento ai sostenitori e ai tipografi.

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FIG. 3

Carlo Dradi (Dradi-Rossi), copertina della rivista “Le Missioni Illustrate” (novembre-dicembre 1935)

Carlo Dradi (Dradi-Rossi), copertina opuscolo con data fustellata, Rossi Ottolini SA Carte e Cartoncini (giugno 1938)

Carlo Dradi (Dradi-Rossi), copertina pieghevole con fotomontaggio e fustellatura, Golf Club Varese (maggio 1935)

Enrico Bona, biglietto Studio Bona e Officina Tipolito Modernografica (inserto volante, 1938)

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Carlo Dradi (Dradi-Rossi), cover of the journal "Le Missioni Illustrate" (November-December 1935)

Carlo Dradi (Dradi-Rossi), brochure cover with die-cut date, Rossi Ottolini SA Carte e Cartoncini (June 1938)

Carlo Dradi (Dradi-Rossi), folding brochure cover with photomontage and die-cut date, Golf Club Varese (May 1935)

Enrico Bona, Studio Bona card and Officina Tipolito Modernografica (flying insert, 1938)

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FIG. 4

Carlo Dradi (Dradi Rossi), copertina e interno biglietto auguri fustellato, Ch. Lorilleux & C.ia, inchiostri per la stampa (febbraio 1938)

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Carlo Dradi (Dradi Rossi), cover and inside die-cut greeting card, Ch. Lorilleux & C.ia, printing inks (February 1938)

LA RACCOLTA
Oltre alla pubblicità e agli articoli, la rivista conteneva spesso anche inserti e allegati fuori testo dove figuravano applicati vari stampati (copertine di libri, carte da lettere, biglietti d’auguri, avvisi di chiusura per ferie, manifesti, pieghevoli, cartoline, progetti grafici degli allievi delle scuole, annunci, listini), alcuni dei quali inseriti sciolti nei fascicoli e che purtroppo sono andati perlopiù (ne conosciamo solo tre) perduti. Le raccolte complete dei 66 numeri pubblicati, a quanto ci risulta, si contano sulle dita di una mano.

Gli inserti fuori foliazione erano lavori tipografici autonomi delle tipografie, stampati pubblicitari per vari committenti oppure saggi delle esercitazioni grafiche delle scuole. Nella prospettiva di allestire entro l’anno a Milano una mostra celebrativa, Massimo Dradi (dei tre figli di Carlo l’unico a seguire le orme paterne) ha sfogliato tutto il pubblicato per dare finalmente un quadro statistico dei contenuti alla ricerca di elementi utili per mettere a fuoco i dettagli di un grande mosaico. Ecco l’elenco dei vari stampatori di “Campo grafico” in ordine di tempo: Vanzetti & Vanoletti, Officina Grafica Rinaldo Muggiani, Tipografia “La Grafica Sociale”, Tipografia Enrico Ghezzi, Tipografia Ettore Padoan, S.A. Tipografia Aracne, Tipografia Federico Sacchetti, Tipografia Grafa, “La Tipostampa Moderna” (che stamperà gli ultimi tre numeri). Ventitré sono le firme degli autori (17 copertine sono senza firma) delle 66 copertine: Studio Dradi Rossi (13); Luigi Veronesi (8); Enrico Bona (3); DRP Studio Dradi Rossi e Pallavera (2); Battista Pallavera, foto ritoccatore alla Rizzoli (2). Poi firmano una copertina a testa: Pirovano-Confalonieri; Bergossi (illustratore); Enrico Kaneclin (scenografo); Panni (?); Atanasio Soldati (pittore e direttore della Scuola del Libro di Milano); Giovanni Broggi (pittore); Friedrich Vordemberge Gildewart (pittore astratto); Randolfo Asti (fotoincisore); Luigi Minardi (compositore tipografo); Luigi Oriani e Mario Perondi (grafici allievi della Scuola del Libro); Alberto Gennari (compositore a mano e linotipista); Musso (?); Piero Gandolfi (tipografo); Horacio Coppola (grafico e fotografo); Giovanni Frecchiani; Egidio Bozzolo (grafico); Bogino (?); Remo Muratore (grafico); Sergio Franciscone (grafico e pubblicitario).

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FIG. 5

Guido Modiano, brochure “Casa signorile di abitazione in Milano, via Tonale, 9” (aprile 1938)

Studio Boggeri, copertina di pieghevole per un mobiliere (maggio 1938)

Giuseppe Muggiani, locandina per evento musicale (marzo 1938)

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Guido Modiano, brochure, "Gentleman's dwelling house in Milan, via Tonale, 9" (April 1938)

Studio Boggeri, brochure cover for a furniture maker (May 1938)
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Giuseppe Muggiani, playbill for musical event (March 1938)

Infine ecco le firme dei collaboratori, tenuto presente che la maggior parte dei testi non erano firmati o erano siglati “Campo grafico”: Giuseppe Pizzuto, giornalista, traduttore, divulgatore tecnico nonché importatore di libri sulla grafica e la pubblicità presente in quasi tutti i numeri con la rubrica di “Notizie utili”; Giovanni Peviani (insegnante di progettazione tipografica, proto); Luigi Laboni (tecnico di monotype); Giovanni Brenna, Renato Minardi (stampatori); Giuseppe Scotti (tecnico di monotype); Attilio Ciocca (stampatore e cromolitografo); Luciano Nicola (litografo); Giuseppe Roveroni (tecnico di rotocalco e grafico); Nino Giordani (tecnico di macchine); Pio Colombo (artista e tecnico di rilegatura); Dario Morani (tecnico di fotoincisione); Guido Modiano (imprenditore tipografo); Luigi Veronesi (il pittore e grafico); Enrico Bona (grafico); Giuseppe Valsecchi (imprenditore). Vi sono anche articoli di Alfonso Gatto, Giulia Veronesi, Ezio D’Errico, Leonardo Sinisgalli, a vario titolo figure di punta di quella straordinaria stagione milanese.

Prima pubblicazione: "Charta" - Giugno 2013

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FIG. 6

Copertina dell’opuscolo di presentazione del carattere “Penna d’oro”, Fonderia Tipografica Enrico Reggiani (gennaio 1939)

Umanitaria Scuola del Libro, cartonicino pieghevole (luglio 1936)

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Cover of pamphlet introducing the "Golden Pen" typeface, Fonderia Tipografica Enrico Reggiani (January 1939)

Umanitaria School of the Book, folding carton (July 1936)


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THE SAMPLES OF "CAMPO GRAFICO"

OFF-TEXT PRINTS OF AN AVANT-GARDE JOURNAL

"Campo Grafico, journal of graphic technique and aesthetics" turns eighty.

Between the two wars it was the most original collective enterprise in what have been defined in Milan as the "creative" years when the ferments of modern taste were multiplying at Galleria Il Milione or Bar Craja, moving from discussions and exhibitions on abstract painting to the debate on the destiny of architecture to the new typography, presented in the Germany Graphics Section 1933 at the V Triennale and symbolized by Paul Renner's Futura typeface.

The journal also quickly became an ideal rallying point for free and independent spirits open to the intellectual stimuli that had characterized the European avant-garde in the last decade.

The experiences and "the teachings of Bauhaus, the stimulating lessons of L'Esprit Nouvau, by Ozenfant and Jeanneret, and of Ornament and Crime, the famous essay by Adolf Loos" (Attilio Rossi, in Carlo Dradi, One thousand nine hundred and thirty-three: modern graphic design is born in Milan, City of Milan, 1973, p.13 ), the architecture of Gropius, Le Corbusier and the rationalist movement, the masters of art (Klee, Kandinsky, Picasso, etc.), as well as the new frontiers of modern music (Malipiero, Stravinsky) programmatically converged in a totally new experimental graphic arts journal.

On more than one occasion CHARTA has spoken about that exceptional experience also in the light of the personal vicissitudes of some of its protagonists (Attilio Rossi, Carlo Dradi, Giuseppe Muggiani, Enrico Bona) and flankers (Guido Modiano) as well as of the few (now highly sought-after) but significant monographs (Atanasio Soldati by Leonardo Sinisgalli and Alfonso Gatto; Lucio Fontana by Edoardo Persico; Alberto Sartoris by Raffaello Giolli) published under its banner.

THE PROGRAM
The testimonies of Attilio Rossi and Carlo Dradi - personalities capable in the postwar period of reknitting the threads of that exceptional experience by founding the Center for Graphic Studies in Milan and the journal "Linea Grafica" - provide us with valuable historical information about the Campo Grafico enterprise.

The adventure began in 1932 in a trattoria on Via delle Asole, where the core group of founders met periodically. Members of the group were: graphic designers Attilio Rossi, Carlo Dradi, gallery owner Luigi Ghiringhelli, publicist Giulio Cesare Ricciardi, printers Luigi and Romano Minardi, administrator Carlo Baldini, technical workers Eligio Bonelli, Giovanni Brenna, Pasquale Casonato, Natale Felici, Luigi Ferrari, Luigi Laboni, Carlo Lanzani, Giovanni Mazzucotelli, Ezio Michelotti, Achille Moreo, Luigi Negroni, Battista Pallavera, Giovanni Peviani, Giovanni Pirondini, Giuseppe Scotti, Loris Ticinelli, and Umberto Zani.

Indeed, there was a need for a profound rejuvenation of the graphic arts: from a technical point of view, there was a desire to bring typographic quality up to the level of photography; on the aesthetic level, there was a need to overcome the now narrow and inadequate limits of neoclassical symmetries and typography as art, the traditional workhorse of Raffaello Bertieri's "Risorgimento Grafico"; finally, culturally, innovation could only arise from the contamination between typography, rational architecture and the European artistic avant-gardes.

At last, the topics of the new graphic aesthetics that Guido Modiano and Edoardo Persico had anticipated in "Typography" between 1931 and 1932 could be debated, but also the identity and role of the new professional figure of the "graphic designer," necessarily passing through a profound renewal of teaching programs in professional schools.

VOLUNTEER WORK
The miracle was possible thanks to the free and voluntary work of insiders (typographers, typesetters, lithographers, lino-typists, photo-typists and graphic designers) and the hospitality (but during holiday hours) of some printers.

Supporting the enterprise were several supportive friends from other backgrounds, among them from the foundation was the young communist Giovanni Ferro, in June 1941 hiding from Carlo Dradi and Luigi Minardi (editor-in-chief from March 1935 until the end of the publications) when, following the Nazi invasion of the Soviet Union, he chose clandestinity.

Ferro tells (Milano Capitale dell'antifascismo, Milan, Mursia, 1985, pp. 133) how in the Dradi Rossi Studio in Via Rugabella 9 - there the journal's headquarters had been housed since 1934, where typographers, graphic designers, painters, set designers, sculptors, and architects met every evening, effectively overcoming the distinction between manual and intellectual labor and class barriers - "artistic, human and political values were measured with a seriousness, a critical spirit and an adherence to reality that normally occurs only after a political and social revolution."

Relations between the journal and corporate institutions were marked by prudence, yet the invitation to become an official trade union organ was declined. Obedience to union directives on the part of Campo Grafico did not go beyond the publication of a special issue (October 1937) devoted to the IV Polygraphers' Gathering in June of that year.

AN UPHILL PATH
Already by the end of 1935 the journal would begin to suffer from increasing difficulties, complicated by the concomitance of the increasingly less favorable general political climate (in particular the closer alliance with Hitler destined to result in the racial laws of 1938) and the economic downturn aggravated by international sanctions due to the Ethiopian War and autarchy.

Not helping the fortunes of the "campist" cause was the expatriation of director Attilio Rossi to Argentina in April 1935 or the sudden death of Edoardo Persico in January 1936.

The advertising firms renewed the advertising pages but only in exchange for goods. Grafa, which printed the journal in 1936, did not accept the total merchandise exchange, and so in a small room on Via Disciplini graphic material began to accumulate, later disposed of with difficulty.

In 1937, administrator Carlo Baldini, unbeknownst to the founders, who were defecting, put the masthead up for sale, which Enrico Bona, having taken over as editorial director, would attempt to the last to save from closure.

Called to Guido Mazzali's "L'Ufficio Moderno," Carlo Dradi had had to thin out his collaborations since 1938, and by then Bona could count only occasionally on the qualitative contribution of Luigi Veronesi (recall the six stupendous plates for Leonardo Sinigalli's Quaderno di geometria published in the September-October-November-December 1936 issue), his sister Giulia Veronesi, Giuseppe Pizzuto, Alfonso Gatto, Ezio D'Errico, Leonardo Sinisgalli, and Guido Modiano. Until the very end, far-sighted and innovative entrepreneurs such as Ergisto Reggiani, owner of Fonderia Tipografia Enrico Reggiani, and Alfredo De Pedrini, owner of the eponymous Fotolito, who made it possible, thanks to his advanced technology, to offset print the cover of the second issue in 1933.

Campo Grafico began to accumulate more and more delays in issues (the February 1935 issue was printed in May) to the point that in 1937 Bona permanently eliminated from the issues the indication of the actual date of printing, which had previously always been present.

A postcard written by Bona to reassure a subscriber, dated June 21, 1940, informs that the last very famous multiple issue dedicated to Marinetti and Futurist typography, moreover ideologically very disliked by the old founders, had not yet been printed! With the various relocations of headquarters-first to an attic in Corso Vercelli 16 (1933), to Via Rugabella 9 at the Dradi Rossi Studio (1934), then to Via Poma 9 at the Grafa headquarters (1937), and then to Corso Venezia 1 at the Bona Studios (1938)-no trace of administrative papers remained.

Only recently, thanks to the intersection of multiple testimonies and recollections, has it been possible to reconstruct what was the actual total circulation (500 copies) of the journal sold by subscription to supporters and printers.

THE COLLECTION
In addition to advertisements and articles, the journal also often contained inserts and out-of-text attachments where various printed matter (book covers, stationery, greeting cards, vacation closing notices, posters, leaflets, postcards, graphic designs by school students, advertisements, price lists) were applied, some of which were included loose in the issues and which have unfortunately been mostly (we know of only three) lost. The complete collections of the 66 published issues, to our knowledge, can be counted on the fingers of one hand.

The out-of-foliation inserts were stand-alone typographical works of the printers, advertising prints for various clients or essays from the schools' graphic exercises. With the prospect of setting up a celebratory exhibition in Milan within the year, Massimo Dradi (of Carlo's three sons the only one to follow in his father's footsteps) has leafed through the entire publication to finally give a statistical picture of the contents in search of useful elements to bring into focus the details of a large mosaic.

Here is the list of the various printers of Campo Grafico in order of time: Vanzetti & Vanoletti, Officina Grafica Rinaldo Muggiani, Tipografia "La Grafica Sociale," Tipografia Enrico Ghezzi, Tipografia Ettore Padoan, S.A. Tipografia Aracne, Tipografia Federico Sacchetti, Tipografia Grafa, "La Tipostampa Moderna" (which will print the last three issues). Twenty-three are the authors' signatures (17 covers are unsigned) of the 66 covers: Studio Dradi Rossi (13); Luigi Veronesi (8); Enrico Bona (3); DRP Studio Dradi Rossi and Pallavera (2); Battista Pallavera, photo retoucher at Rizzoli (2). Then they signed one cover each: Pirovano-Confalonieri; Bergossi (illustrator); Enrico Kaneclin (set designer); Panni (? ); Atanasio Soldati (painter and director of the School of the Book in Milan); Giovanni Broggi (painter); Friedrich Vordemberge Gildewart (abstract painter); Randolfo Asti (photograver); Luigi Minardi (typesetter); Luigi Oriani and Mario Perondi (graphic designers who were students of the School of the Book); Alberto Gennari (hand compositor and linotypist); Musso (? ); Piero Gandolfi (typographer); Horacio Coppola (graphic designer and photographer); Giovanni Frecchiani; Egidio Bozzolo (graphic designer); Bogino (?); Remo Muratore (graphic designer); Sergio Franciscone (graphic designer and publicist).

Finally, here are the signatures of the contributors, keeping in mind that most of the texts were unsigned or were initialed Campo Grafico.

​​​​​​​Giuseppe Pizzuto, journalist, translator, technical popularizer as well as importer of books on graphics and advertising present in almost every issue with the column of "Useful News"; Giovanni Peviani (teacher of typographic design, proto); Luigi Laboni (monotype technician); Giovanni Brenna, Renato Minardi (printers); Giuseppe Scotti (monotype technician); Attilio Ciocca (printer and chromolithographer); Luciano Nicola (lithographer); Giuseppe Roveroni (rotogravure technician and graphic designer); Nino Giordani (machine technician); Pio Colombo (artist and binding technician); Dario Morani (photogravure technician); Guido Modiano (entrepreneur typographer); Luigi Veronesi (the painter and graphic designer); Enrico Bona (graphic designer); Giuseppe Valsecchi (entrepreneur). There are also articles by Alfonso Gatto, Giulia Veronesi, Ezio D'Errico, Leonardo Sinisgalli, variously leading figures of that extraordinary Milanese season.

First publication: "Charta" - June 2013

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